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Obinutuzumab migliora la sopravvivenza globale rispetto a Rituximab nel linfoma di Burkitt CD20+ resistente o Rituximab-sensibile e nella leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B


Obinutuzumab è un nuovo anticorpo monoclonale glicoingegnerizzato di tipo II rivolto contro il recettore CD20.
Il recettore CD20 si trova espresso nella quasi totalità dei casi pediatrici di linfoma di Burkitt e nel 40% dei casi di leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B.

Uno studio preclinico ha valutato l'attività anti-tumorale in vitro di Obinutuzumab rispetto a Rituximab, utilizzando linee cellulari di linfoma di Burkitt resistente a Rituximab ( linea cellulare Raji 4RH ), linee cellulari di linfoma di Burkitt sensibile a Rituximab ( linea cellulare Raji ) e linee cellulari di leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B ( linea cellulare U698-M ).

L'efficacia di Obinutuzumab rispetto a Rituximab è stata valutata anche in vivo, utilizzando modelli murini xenotrapiantati.

Obinutuzumab si è rivelato più efficace rispetto a Rituximab nel potenziare la morte cellulare nelle linee cellulari Raji ( 35.6% ± 3.1% vs 25.1 ± 2.0%; P = 0.001 ), Raji 4RH ( 19.7% ± 2.2% vs 7.9 ± 1.5%; P = 0.001 ) e U698-M ( 47.3% ± 4.9% vs 23.2% ± 0.5%; P = 0.001).

Obinutuzumab, rispetto a Rituximab, ha inoltre indotto un significativo aumento della citotossicità anticorpo-dipendente ( ADCC ) con un'espansione delle cellule NK di tipo K562-IL15-41BBL nelle linee cellulari Raji ( 73.8% ± 8.1% vs 56.81% ± 4.6%; P = 0.001 ), Raji 4RH ( 40.0% ± 1.6% vs 0.5% ± 1.1%; P = 0.001 ) e U698-M ( 70.0% ± 1.6% vs 45.5 ± 0.1%; P = 0.001 ).

Nei topi xenotrapiantati con linfoma di Burkitt e trattati con 30 mg/kg di Obinutuzumab, la sopravvivenza globale è risultata significativamente aumentata rispetto agli stessi topi trattati con 30 mg/kg di Rituximab, sia per la linea cellulare Raji ( P = 0.05 ), Raji4RH ( P = 0.02 ) e U698-M ( P = 0.03 ).

In conclusione, i dati preclinici ottenuti suggeriscono che Obinutuzumab è significativamente più efficace rispetto a Rituximab nell'indurre morte cellulare, citotossicità anticorpo-dipendente e nei topi xenotrapiantati con linfoma di Burkitt sensibile e non-sensibile a Rituximab e con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B.
Nel complesso, i risultati preclinici emersi dallo studio pongono le basi per ulteriori studi per valutare l'efficacia di Obinutuzumab nel trattamento dei pazienti con linfoma di Burkitt CD20+ refrattario / recidivato e/o leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B. ( Xagena )

Awasthi A et al, Br J Haematol 2015; 171: 763-775

Xagena_Ematologia_2015



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