OncoEmatologia: Ematologia Oncologica
Il trattamento dopo il trapianto di cellule staminali autologhe ( ASCT ) per il mieloma multiplo rimane un'area di ricerca attiva.
E' stato dimostrato che l'estensione del trattamento post-ASCT con Carfilzomib, Lenalidomide e Desametasone ( KRd ) dopo l'induzione di KRd ha migliorato la profondità e la durata della risposta ( Jasielec et al, Blood 2020 ), indicando un beneficio della terapia KRd post-ASCT.
Sono stati riportati i risultati di ATLAS, uno studio di fase 3 randomizzato multicentrico, internazionale, in aperto per determinare l'efficacia e la sicurezza del regime KRD post-ASCT rispetto al mantenimento standard con Lenalidomide ( R ).
I pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi che hanno ricevuto una terapia di induzione per un massimo di 12 mesi seguita da un singolo trapianto ASCT, e hanno raggiunto una malattia almeno stabile entro 100 giorni dopo il trapianto sono stati randomizzati a ricevere il regime KRd oppure Lenalidomide, stratificati per risposta post-trapianto ( superiore o uguale a VGPR versus 2 nei giorni ( D ) 1,2,8,9,15,16 per 4 cicli ( C ) poi D1,2,15,16 iniziando C5; Lenalidomide 25 mg D1-21 e Desametasone 20 mg D1,8,15,22 in cicli di 28 giorni.
I pazienti sottoposti a regime KRd con rischio standard che hanno raggiunto la negatività MRD definita da IMWG dopo C6, hanno ridotto la terapia alla sola Lenalidomide dopo C8 ( KRd->R ); il resto ha continuato il regime KRd fino a C36 seguito da Lenalidomide da sola fino a progressione.
I pazienti randomizzati a Lenalidomide hanno ricevuto Lenalidomide 10 mg C1-3 e poi 15 mg al giorno.
L'endpoint primario era il tasso di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ).
Gli endpoint secondari includevano i tassi di risposta alla negatività per malattia minima residua e gli eventi avversi correlati al trattamento.
Sono stati arruolati 180 pazienti ( Lenalidomide n=87; regime KRd n=93 ) fino al 21/10/20; il cutoff dei dati è avvenuto il 31/12/21.
Le caratteristiche dei pazienti nei bracci KRd e Lenalidomide erano bilanciate per età mediana ( 58 vs 59 anni ), VGPR superiore o uguale ( 88% vs 92% ) e hazard ratio [ HR ] ( 23% vs 21% ).
Dopo 6 cicli, il 47% dei pazienti nel braccio KRd e il 29% nel braccio Lenalidomide hanno raggiunto la negatività MRD ( p=0.017 ).
34 pazienti trattati con il regime KRd idonei per la de-escalation sono stati trasferiti alla sola Lenalidomide dopo C8, e sono stati analizzati sul braccio KRd per ITT ( intention-to-treat ).
Al follow-up mediano di 33.8 mesi, 23 pazienti ( 25% ) nel braccio KRd e 38 pazienti ( 44% ) nel braccio sola Lenalidomide hanno presentato progressione della malattia; la sopravvivenza mediana senza progressione stimata è stata pari a 59.0 mesi per il regime KRd rispetto a 41.4 mesi per la sola Lenalidomide ( hazard ratio, HR=0.56, logrank p=0.026 ).
Al cutoff, il 90% dei pazienti nel braccio KRd e l'87% nel braccio sola Lenalidomide erano vivi; nessun decesso è risultato correlato al trattamento.
Le tossicità di tutti i gradi erano generalmente comparabili tra i bracci. Gli eventi avversi più comuni di grado 3 o superiore e quelli di particolare interesse sono stati: neutropenia ( KRd 47%; R 59% ), trombocitopenia ( KRd 13%; R 7% ), infezioni ( KRd 15%; R 6% ), tossicità cardiovascolari ( KRd 4%, R 5% ) e tumori maligni secondari ( KRd 2, R 2 ).
In conclusione, questo è il primo studio randomizzato di fase 3 che ha dimostrato una sopravvivenza libera da progressione superiore con l'estensione della terapia KRd post-trapianto rispetto al mantenimento con la sola Lenalidomide.
Pertanto, il trattamento KRd esteso post-ASCT adattato al rischio e alla malattia MRD può rappresentare un nuovo standard di cura. ( Xagena )
Dytfeld D et al, EHA Hybrid Congress, 2022
Xagena_OncoEmatologia_2022